Tutto quello che c’è da sapere su eredità e successione
Chi può figurare come erede?
Generalmente il patrimonio di una persona defunta viene trasmesso a uno o più soggetti, conosciuti come eredi.
Nel diritto successorio si distingue tra eredi legittimi ed eredi istituiti. Il primo gruppo è composto dai consanguinei del defunto (figli, genitori e nonni), nonché da coniugi o partner registrati, ai quali l’eredità spetta per legge. Non godono invece di diritti successori fidanzati, figli affiliati, generi, nuore, suoceri, cognati, conviventi, partner, amici ecc. Questi possono tuttavia essere istituiti come eredi se nel proprio testamento o nel contratto successorio la persona deceduta li ha designati come tali.
Qualora figurino più eredi legittimi e/o eredi istituiti, fino alla ripartizione del patrimonio questi formano una comunione ereditaria, che si costituisce obbligatoriamente per legge al decesso del testatore.
Quali sono l’ordine di successione e le quote di eredità previste?
Al decesso del cosiddetto «de cuius», qualora questi non abbia approntato diverse disposizioni o non abbia designato altri soggetti come eredi istituiti si applica l’ordine di successione legittima. Tale ordine viene stabilito a seconda del grado di parentela; nello specifico è determinante quali familiari risultano avere il vincolo di parentela più prossimo al defunto.
I familiari di grado più stretto sono quelli in linea retta discendente, ossia i figli del de cuius o, qualora questi siano deceduti, i nipoti e i pronipoti, i quali ereditano il patrimonio in parti uguali. Se la persona defunta non lascia discendenti, a ricevere in eredità il suo patrimonio è la stirpe dei genitori e dunque i genitori stessi o, se questi sono deceduti, i loro discendenti, ossia i fratelli e le sorelle del de cuius e i loro figli. Il padre e la madre ereditano metà del patrimonio ciascuno. Nel caso in cui il defunto non abbia parenti né in linea retta discendente né ascendente, l’eredità è devoluta ai familiari della stirpe degli avi, i quali succedono a loro volta in parti uguali. Altri familiari di grado più lontano non godono invece di alcun diritto successorio.
Nella linea ereditaria stabilita dalla legge i coniugi o i partner registrati superstiti, che in ambito successorio vengono equiparati tra loro, occupano invece una posizione particolare: qualsiasi sia la costellazione familiare del defunto, questi hanno infatti legittimamente diritto alla sua eredità.
Se il de cuius non lascia discendenti, né ha parenti della stirpe dei genitori o degli avi e tantomeno un coniuge o un partner registrato, l’intera eredità viene devoluta agli enti pubblici. .
Come modificare la linea successoria?
Il defunto può modificare la linea ereditaria e strutturarla su base individuale attraverso il testamento o il contratto successorio. Entrambi i documenti rientrano nella categoria delle disposizioni in caso di morte, per la cui redazione è necessario osservare le prescrizioni formali previste dalla legge. Mentre il testamento olografo può essere allestito autonomamente dal disponente, il contratto successorio richiede il coinvolgimento dei partner contrattuali. La differenza principale tra i due atti è che il testamento può essere modificato o revocato in ogni momento da parte del testatore, mentre per apportare un cambiamento al contratto successorio o scioglierlo è necessario il consenso di tutte le parti coinvolte..
Cosa può fare un erede se non desidera accettare l’eredità?
Se l’eredità non viene accettata si procede all’operazione contraria, ossia alla rinuncia, che può avvenire per ragioni personali o finanziarie, ad esempio a fronte di debiti del testatore per i quali l'erede non intende rispondere con il proprio patrimonio. Attraverso la rinuncia l’erede perde la propria posizione nell’asse ereditario, escludendo così ogni responsabilità per possibili debiti contratti dal defunto.
La rinuncia deve avvenire entro un periodo di tre mesi, che per gli eredi legittimi inizia a decorrere dal momento in cui questi sono stati informati del decesso del de cuius.
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