Le informazioni principali in materia di spese d’incasso
In linea di massima sei tenuto a effettuare i pagamenti entro il termine concordato; solo a quel punto l’altra parte contraente può richiedere il saldo dell’importo, affidandosi eventualmente a una società d’incasso. Nella maggior parte dei casi si ricorre però a queste società dopo la prima diffida..
Attenzione: l’invio di una diffida non è obbligatorio e, in caso di mancato pagamento entro il termine concordato, l’altra parte potrebbe già avviare, in linea teorica, una procedura esecutiva.
Ai sensi della legge, una volta decorso il termine per il pagamento si è tenuti a corrispondere un interesse pari al 5 per cento, salvo sia stato convenuto un interesse di mora più elevato. Lo stesso vale per le spese di sollecito o di mora: queste si applicano difatti solo se le hai accettate in quanto parte delle CG, nelle quali deve essere indicato il relativo ammontare. Qualora senza che sia stato pattuito vengano pretese spese di mora più elevate, applicando dunque un interesse superiore al 5 per cento, il creditore (ossia la persona o l’azienda che richiedono l’importo) dovrà dimostrare come si sono generati tali costi. L’operazione risulta alle volte eccessivamente complicata; inoltre i costi della società d’incasso non possono essere sommati.
Altre spese di fantasia, ad esempio eventuali «Costi per la consulenza legale» o «Costi cliente», non possono essere fatturate. Se la procedura esecutiva nei tuoi confronti è stata invece avviata a ragione e, di conseguenza, si sono generate delle spese di esecuzione, la società d’incasso è autorizzata a richiederle.
L’importante è non lasciarsi intimidire dalle ditte di recupero crediti, che spesso invece ricorrono proprio a questa tattica. Non permettere loro di esercitare alcuna pressione su di te e prima di corrispondere l’importo, anche se minacciato di procedura esecutiva, rivolgiti a un professionista affinché esamini la fattura.